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La Primavera in tavola!


Alcuni pratici consigli per la salute del nostro microbiota e per vivere la stagione più attesa dell’anno con rinnovata energia.

Come ogni anno attendiamo la primavera spiando ogni piccolo segno della natura e allo sbocciare dei primi fiori e delle nuove gemme sugli alberi, tiriamo quasi un sospiro di sollievo perché siamo consapevoli che tra poco anche noi saremo pronti al cambiamento. A tale rinnovamento però arriviamo spesso stanchi, magari reduci da qualche infreddatura o influenza di stagione, di solito con qualche kg di troppo accumulato durante l’inverno, spesso anche i nostri bambini cominciano a risentire del peso della routine scolastica e la nostra impressione generale è quella di sentirci un po’ tutti quanti fuori forma.

In questa fase dell’anno si ricorre spesso all’integrazione farmacologica, omeopatica o fitoterapica, ma non dobbiamo dimenticare che per ottenere il “massimo effetto” dobbiamo per prima cosa “integrare noi stessi” in un sistema del tutto naturale.

Cercherò di seguito di spiegare meglio questa affermazione.

In vari articoli di settore si parla spesso di “microbiota” che, erroneamente chiamato flora batterica intestinale, comprende oltre ai batteri tutte le forme microbiche come funghi, virus, protozoi, parassiti.

Questi microrganismi, alcuni ad attività simbiontica e altri ad attività patogena, vivono dunque in situazione di equilibrio nel nostro intestino. Quando questa situazione si altera si parla di “disbiosi intestinale” che porta a diversi disturbi, dal semplice gonfiore al favorire processi infiammatori che coinvolgono non solo l’intestino, ma anche organi a notevole distanza, la cui gravità è direttamente proporzionale al tempo in cui permane attivo il processo infiammatorio.

Non è un caso che gli studi più recenti finiscano per concordare sul fatto che vi siano correlazioni tra alterazioni del microbiota e patologie non solo digestive e metaboliche, ma anche cardiovascolari, neoplastiche e neurovegetative.

L’asse intestino-cervello sembra infatti non solo importante per l’assunzione di cibo, ma potrebbe anche intervenire come co-fattore nell’insorgenza di patologie molto gravi ad eziologia incerta come sclerosi e autismo.

Non è tuttavia questo aspetto che sarà trattato in queste pagine, perché se è importante essere consapevoli che il mancato rispetto di alcune regole alimentari e uno stile di vita non adeguato può portare ad uno stato di malattia, è anche importante sapere che alcune abitudini alimentari “inconsapevoli” che fanno parte della vita di tutti i giorni possono portare a disbiosi intestinale e quindi ad un generalizzato processo di infiammazione progressiva.

Il primo fatto da tenere presente è che la nostra alimentazione è ricca di cibi raffinati e trattati chimicamente. Ogni volta che apriamo un involucro, dobbiamo sapere che quel cibo, anche il più naturale, è sottoposto a trattamenti sterilizzanti.

Ciò è dovuto al fatto che le preparazioni non debbono contenere microrganismi pericolosi, ma gli stessi trattamenti che ci proteggono uccidono anche i batteri “buoni” ad attività saprofitica, rendendo di fatto la nostra flora batterica ossia il microbiota povero e debole, quindi incapace di sostenere la barriera protettiva e con una ridotta attività fisiologica e biochimica.

Se a questa caratteristica della moderna alimentazione possiamo imputare una flora batterica naturale più debole e aggiungiamo poi lo stress ossidativo a cui siamo sottoposti, una vita frenetica con frequenti pasti fuori casa, un’abbondanza di alimenti conservati in cui prevalgono zuccheri, carni processate, alimenti in scatola a volte precotti e una cucina ricca di grassi, ecco che il quadro di disbiosi si aggrava ulteriormente.

Il consiglio generale che compare in ogni articolo che parla di nutrizione è quello di associare sempre frutta e verdura, ecco le motivazioni:

  1. la frutta e la verdura sono attualmente l’unica arma di difesa contro lo stress ossidativo e la produzione di radicali liberi, per questo motivo il punto 4 delle raccomandazioni WCRF per le prevenzione dei tumori prescrive di consumare “prevalentemente” alimenti di origine vegetale (non significa eliminare le proteine animali, è puramente un monito in quanto si consuma poco alimento vegetale in generale).

  2. la quantità è infatti importante perché con i vegetali assumiamo prebiotici, ossia fibre fondamentali per il benessere del nostro intestino.

  3. una dieta ricca di vegetali aiuta l’espulsione di metalli pesanti che provengono dal nostro ambiente.

  4. il consumo di vegetali è una delle caratteristiche della dieta mediterranea, studiata fin dagli anni ’50 e riconosciuta tuttora come protettiva verso le cosiddette malattie del benessere (obesità, diabete, malattie cardiovascolari e tumori). Questo tipo di alimentazione che oltre a verdura e frutta comprende olio di oliva, cereali integrali, legumi e in quantità minore ma bilanciata proteine animali con caratteristiche di frugalità, stimola l’azione dei batteri positivi, lattobacilli e bifidobatteri che hanno funzione immunomodulante e di barriera verso le aggressioni al microbiota.

Se ad uno stile di alimentazione corretto aggiungiamo un po’ di sano movimento, un’efficace integrazione di probiotici nei periodi in cui si passa da una stagione all’altra, non solo potremo recuperare l’energia che ci manca, ma più facilmente metabolizzare il cibo e perdere quei kg di troppo che si sono accumulati durante l’inverno, con grande giovamento anche della nostra salute in generale e bellezza della pelle.

Buona Primavera a tutti voi!

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