Primavera: scatta l’allarme! Starnuti, occhi arrossati, prurito al naso, ma anche tosse e fiato corto. Non appena spunta la bella stagione, l’incubo degli allergici torna a farsi sentire
di Stefania Antonetti
Sale il desiderio di riscoprire il contatto con la natura e respirare l’aria fresca della primavera che riporta profumi e colori nei parchi, per le strade e sui balconi delle case. La natura torna dunque a fare da padrona dopo il letargo invernale e con la bella stagione, il sole e le prime giornate all’aperto migliorano anche il buonumore. Per tanti, ma non per tutti. C’è infatti chi vive questo periodo con poca allegria, perché primavera vuol dire sì allegria, ma anche e soprattutto allergia, un vero incubo per chi ne soffre. Questa è infatti la stagione in cui c’è la maggiore concentrazione di pollini nell’aria, motivo per cui le allergie raggiungono il picco annuale. Quindi per molti stare fuori può diventare un problema vero. “Molti” che tradotti vuol dire circa 20 milioni di italiani che soffrono di allergie stagionali e 1 milione e 200mila sono bambini. I veri colpevoli sono indiscutibilmente i pollini, che da marzo a giugno aumentano la loro concentrazione soprattutto nelle giornate soleggiate e ventose. Cosa sono in realtà i pollini? “Sono piccole particelle rilasciate nell’aria dalle piante - spiegano i medici - che giungono a contatto con le mucose attraverso l’aria inspirata. Queste particelle si ritrovano a chilometri e chilometri di distanza dalla pianta che li ha prodotti e per questo è molto difficile cercare di evitarne il contatto”.
Dunque, la bella stagione può tradursi in prurito al naso fino alla congestione nasale, congiuntivite e mal di testa, tosse e anche asma. Sono questi di fatto i principali disturbi che caratterizzano l’allergia da polline, la più comune forma allergica che colpisce a qualsiasi età, ma soprattutto bambini e ragazzi. Studi alla mano hanno dimostrato che ad aumentare il rischio di sviluppare allergie da pollini è la predisposizione genetica. Se mamma e papà sono soggetti sani, il rischio che un figlio sia allergico è pari al 10-15%. Ma se 1 genitore su 2 è allergico, la percentuale è pari al 30%. A far salire la percentuale, è poi, la presenza di allergia in entrambi i genitori: in questo caso, infatti, il bambino rischia di diventare un soggetto allergico nel 60-80% dei casi. “A prima vista i sintomi delle allergie possono essere confusi con quelli del raffreddore – ha spesso dichiarato la professoressa Susanna Esposito, Presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid) e Professore Ordinario di Pediatria all’Università degli Studi di Perugia – ma se persistono, occorre rivolgersi al medico o al pediatra. Se trascurati, infatti, possono diventare cronici con conseguenze importanti come rinosinusite, crisi d’asma e difficoltà respiratorie”. Resta comunque un fatto: quella al polline è la più comune forma allergica che può insorgere a qualsiasi età, anche se più frequentemente durante l’età scolare e l’adolescenza. A marzo dunque la battaglia contro i pollini ha inizio.
Ma quali allora i rimedi?
Gli stessi studiosi consigliano di mettere in pratica alcune precauzioni elementari. Dieci per l’esattezza. A ricordarlo è ancora una volta l’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid) che promuove un decalogo per difendersi dalle allergie. Base di partenza è il consiglio numero 1. Limitare il tempo trascorso all’aperto nelle ore centrali della giornata quando è più alta la concentrazione di pollini. 2. Evitare di aprire le finestre nelle ore più calde della giornata. Un buon ricambio d’aria degli ambienti è importante, ma è opportuno farlo al mattino presto o in tarda serata, quando la concentrazione di pollini è più bassa. 3. Evitare di stare all’aperto dopo la pioggia. Questa, infatti, riduce in frammenti più piccoli i pollini che possono raggiungere più facilmente le vie respiratorie. 4. Consultare il calendario dei pollini che può aiutare a calibrare il tempo che si può trascorrere all’aria aperta. 5.Viaggiare in auto tenendo i finestrini chiusi. 6. Fare la doccia e lavare i cappelli quotidianamente. I pollini, infatti, si depositano sui capelli con il rischio di respirarli anche durante la notte. 7. Indossare una mascherina e occhiali da sole durante le passeggiate in bicicletta e all’aria aperta. Questo chiaramente non risulterà difficile in tempo di pandemia. 8. Mettere da parte tappeti e, se possibile, lavare frequentemente le tende in cui si depositano particelle allergizzanti. 9. Evitare i luoghi in cui è stata da poco falciata l’erba e regola numero 10 non assumere farmaci senza il consulto del medico. Evitare dunque il fai-da-te e seguire scrupolosamente le indicazioni terapeutiche del medico. E’ inoltre importante chiariscono ancora gli esperti: “sfatare falsi miti che circolano sulle allergie. Le previsioni del meteo contano. La produzione di polline è, infatti, massima nei giorni di sole, soprattutto nelle ore centrali”. “La pioggia inoltre - aggiungono gli esperti - è una preziosa alleata contro l’allergia: l’acqua distrugge i pollini, mentre l’umidità favorisce la chiusura delle antere dei fiori, riducendo temporaneamente la liberazione di nuovi granuli. Attenzione, invece, quando è in arrivo un forte temporale, perché nelle fasi iniziali i vortici d’aria possono risollevare i pollini, aumentando il rischio di crisi allergiche”. è bene dunque affidarsi anche al Bollettino dei pollini (www.pollineallergia.net) o a quelli Arpav provinciali, che forniscono previsioni settimanali aggiornate.
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