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PROBIOTICI… e sostieni il tuo intestino!


Se ne sente parlare sempre più spesso sui giornali alla tv e rappresentano la categoria di integratori più venduta al momento: sono loro i probiotici. Ma cosa sono esattamente? E quali caratteristiche e quali funzioni hanno i probiotici?

La definizione di probiotico accettata a livello internazionale è quella elaborata dalla FAO e dall’OMS: “Microrganismi che si dimostrano in grado una volta ingeriti in adeguate quantità di esercitare funzioni benefiche per l’organismo.

I probiotici o fermenti lattici vivi siano essi aggiunti agli alimenti o presi sottoforma di integratori sono costituiti da batteri fisiologici cioè contengono soltanto microrganismi già naturalmente presenti nell’intestino crasso. Il nostro intestino infatti ospita normalmente un’ampia popolazione di microrganismi definita flora batterica avente funzione di difesa e di nutrizione dello stesso.

Molte situazioni e stili di vita talvolta sbagliati (stress cattiva alimentazione uso di farmaci) possono alterare il normale equilibrio della flora batterica indebolendola: ed è qui che entrano in gioco i probiotici i quali agiscono contribuendo a migliorare la funzionalità del colon a produrre vitamine utili e a difendere la mucosa intestinale da batteri patogeni impedendone la proliferazione.

I probiotici costituiscono una tipologia unica nel variegato mondo degli integratori alimentari perché sono costituiti da microrganismi vitali che devono “sopravvivere” lungo tutta la filiera produttiva fino al termine di conservazione del prodotto per esercitare effetti benefici sull’organismo.

Preservare la vitalità dei probiotici (batteri o lieviti) significa infatti fornire ceppi in grado di colonizzare almeno temporaneamente l’ambiente intestinale dopo essere sopravvissuti durante il processo digestivo.

Il succo gastrico (composto tra l’altro da acido cloridrico) ha sia funzione digestiva che germicida data la sua estrema acidità (pH variabile da 1 9 a 2 6).

I ceppi che appartengono al genere Lactobacillus hanno la capacità di sopravvivere a pH bassi gli altri probiotici vengono fortemente disattivati sia dagli acidi gastrici che dall’acidità del primo tratto intestinale (pH=4).

Per permetterne la sopravvivenza la loro formulazione deve prevedere o una quantità molto elevata di fermenti per singola dose (sovradosaggio) oppure una qualche forma di gastroresistenza attraverso l’impiego di particolari tecnologie di lavorazione come la microincapsulazione.

I probiotici più utilizzati sono i Bifidobatteri ed i Lattobacilli: i primi scoperti da Tissier intorno agli inizi del ‘900 possono assumere forme cellulari diverse e si contano oltre trenta specie esistenti tra i più conosciuti ricordiamo Bifidobacterium longum ed infantis.

Hanno la capacità di fermentare gli zuccheri producendo acido lattico e acetico e normalmente si ritrovano nel colon e nella mucosa vaginale.

I secondi invece si presentano sottoforma di bastoncini ed avendo trovato il modo di adattarsi a diverse condizioni ambientali sono praticamente ubiquitari.

 

PRINCIPALI FUNZIONI DEI PROBIOTICI

• Produzione di nutrienti

• Sintesi di: vitamine del gruppo B antiossidanti

• Miglioramento della digeribilità dei componenti alimentari

• Stimolo del sistema immunitario intestinale

• Eliminazione tossine

• Miglioramento intolleranza al lattosio

 

L’attività biologica dei probiotici dipende dal ceppo di appartenenza: ceppi simili possono avere azioni opposte o assai diverse. Ciò implica che prendere un probiotico “perché tanto non fa male” può portare a grosse delusioni. Meglio chiedere consiglio al medico o al farmacista e sapere sempre ciò che si sta assumendo.

Come sceglierli e come assumerli?

Che i probiotici facciano bene al nostro organismo ormai ci è chiaro. E come si fa a scegliere quello più giusto per noi?

La flora intestinale è formata da popolazioni batteriche prettamente soggettive in cui la predominanza di un ceppo su di un altro è il risultato dell’influenza sia della genetica sia dell’ambiente circostante. Per scegliere il giusto probiotico è quindi buona norma usarne uno polivalente che contenga cioè più specie batteriche contemporaneamente: in questo modo verranno reintegrate quelle mancanti ed “eliminate” quelle non idonee alla flora batterica autoctona. Se ne consiglia l’uso per un periodo di almeno 4 settimane così da consentire la crescita e la moltiplicazione batterica ricorrendo a prodotti che contengano almeno 1 miliardo di fermenti lattici vivi evitandone l’assunzione assieme a bevande o cibi caldi che ne causerebbero la morte rendendo il tutto praticamente inutile.

Ogni probiotico ha un “punto d’attacco” diverso nell’intestino e azioni differenti da valutare approfonditamente: non basta uno studio per poter dire che un ceppo sia utile bisogna raccogliere un numero sostanzioso di dati per ciascuno.

Quelli per cui ciò è avvenuto sono i più studiati da decenni ad esempio:

Lactobacillus acidophilus: questo microrganismo è fondamentale per tenere sotto controllo il colesterolo e favorire la digestione. Contrasta il gonfiore ed è utile in caso di candida ed infezioni alle vie urinarie.

Lactobacillus rhamnosus GG è utile per le diarree acute da infezioni per prevenire la diarrea da antibiotici e quella di chi è ricoverato in ospedale;

Lactobacillus reuteri invece serve contro le coliche infantili.

Bifidobacterium bifidum: favorisce l’assorbimento delle vitamine B e del calcio.

Per concludere i probiotici sono disponibili in svariate forme farmaceutiche: capsule fialoidi granulato bustine orosolubili senza glutine e senza lattosio per i soggetti intolleranti addizionati o meno delle vitamine del gruppo b.

Per ogni esigenza c’è un probiotico “amico” adatto a ciascuno di noi!

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